lunedì 17 luglio 2017

SPRITUALISMO BERGOGLIANO (di Piero Nicola)

  Non c'è dubbio che Bergoglio, la sua corte e una quantità di preti e frati della nuova chiesa, affermino una spiritualità contraria alla Legge. Sono varie e numerose le loro deroghe al Decalogo e alle norme inequivocabili, impartite da Gesù Cristo ai fedeli perché osservandole essi possano salvarsi. Troviamo queste inosservanze stabilite nero su bianco nella Amoris laetitia; le abbiamo ascoltate ripetutamente nelle omelie e nelle varie dichiarazioni dell'occupante della Santa Sede e dei suoi seguaci; sono comparse in azioni scandalose per chi si attenga alla dottrina della Chiesa, che ebbe vigore sino a Giovanni XXIII. Gli atti di governo e d'insegnamento (che tiene luogo del Magistero universale, ma chiamarlo magistero sarebbe blasfemo) condivisi dalla gran parte dei vescovi e dei porporati, attestano le violazioni dottrinali in materia grave (matrimonio, rapporti con gli eretici e gli infedeli, trattamento dei peccatori pubblici, ecc.) con l'aggravante che sono tollerati chierici e laici maggiormente progressisti o evoluzionisti, mentre vengono puniti coloro che si attengono ai precetti consacrati per quasi 2000 anni dall'Autorità ecclesiastica come immutabili.
  La giustificazione di tali infrazioni è sempre la stessa. Lo spirito del Vangelo sarebbe superiore alla lettera, compresa, si sottintende, la formulazione dei dogmi. "Noi rispettiamo i dogmi," si dice, "ma dobbiamo superare il loro formalismo, perché intendiamo essere cristiani veri, anzitutto misericordiosi, e Dio è amore, prima che legislatore".
  Si può dimostrare come quest'ultimo asserto sia errato, giacché Dio è giudice particolare delle anime e Cristo giudice universale alla Parusia, mentre la Provvidenza regge il mondo con giustizia perfetta e ineffabile. Pertanto la divina misericordia è, per così dire, condizionata dalla divina e regale giustizia. Dio rimuneratore dei meriti è anche Colui che condanna l'uomo colpevole, dopo avergli largito le sue grazie. La Bibbia e la Rivelazione lo dicono chiaro. Diversamente, si cade nella predestinazione luterana e nella negazione del libero arbitrio. Difatti Bergoglio va incontro a Lutero.
  Ma torniamo al punto della carità e dell'interpretazione della legge. "Chi sono io per giudicare?" dice il capo della pseudochiesa, di fronte al peccatore. A prescindere dal fatto che egli, governando, per forza di cose giudica (e purtroppo lo fa secondo le sue vedute), egli approfitta dell'impossibilità di giudicare le anime, in quanto ciò spetta all'Onnipotente, per togliere la punizione ai trasgressori (pure evidenti e scandalosi) della Volontà del Signore. Per sostenere la sua tesi, il seducente costruttore di ponti e l'abbattitore di muri, deve ricorrere alla coscienza tribunale sindacato soltanto dall'Altissimo.
  Qui abbiamo il primo aspetto dell'eresia. Si esclude che la dottrina dogmatica sia norma della coscienza, e che la Chiesa abbia il compito di istruire e assistere il foro interiore secondo la morale teologica attinente a tale dottrina, ammonendo bensì chi trasgredisce. Mentre si permette che la coscienza possa regolarsi sulla Scrittura secondo un libero esame (gravissimo errore protestante).
  Il secondo aspetto dell'eresia sorge dalla presunzione che il fedele possa disubbidire alla Legge divina, appoggiandosi al proprio saggio discernimento e alla buona fede. In altri termini, la Roma usurpatrice e traditrice solleva il credente dall'obbligo dell'obbedienza al Creatore, posponendo la sacra obbedienza all'esame interiore e personale o ad altri criteri esterni. Se Dio si è servito della Legge, con un mezzo adeguato alla natura dei mortali, essa deve essere osservata nondimeno con la virtù obbligatoria della sottomissione. Eccezion fatta per una dispensa autorevolmente concessa dalla Chiesa. Dispensa che non può più essere data dalla chiesa di Bergoglio, responsabile dell'eresia suddetta e di altre ancora.
  Ma quale coerenza dovremmo ormai pretendere da chi riverisce Lutero e vuole che i maomettani possano adorare Dio in Allah, che gli Indù si salvino essendo bravi Indù, esimendosi dal badare a Gesù Cristo, per cui i cattolici dovrebbero astenersi dal proporLo ai non cattolici? La chiesa di Bergoglio non è cattolica, non essendo l'unica depositaria della Verità e missionaria, ma è un farisaico tradimento degno di Satana.


Piero Nicola

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