mercoledì 22 marzo 2017

SPIGOLATURE IN NERO (di Piero Nicola)

Comincio con un luttuoso avvenimento. Il 20 marzo si è celebrata la Giornata internazionale della Felicità. Naturalmente si sono ricordati i paesi e gli esseri umani più felici, ma soprattutto il diritto ad essere felici, le ricette democratiche e progressiste per godere della maggiore soddisfazione possibile. È stato il più bel funerale che si potesse fare alla Fede, giacché Dio mancava nei festeggiamenti, e se qualcuno l'ha nominato, sarebbe stato meglio che non l'avesse fatto. Infatti al Signore si riserva il posto sovrano, altrimenti lo si nega e lo si insulta degradandolo. Ad ogni modo, non potevano onorarlo senza avergli sottomesso le leggi, il governo civile, i costumi attuali. Non è possibile tributargli il debito riconoscimento, dal momento che si venera il dio benessere, il dio dell'amor proprio e degli appagamenti secondo la falsa morale corrente, il dio della verità secondo l'estro di Pilato. Si è dunque calata la buona vita nella tomba dell'illusione, per l'appunto fondata sui diritti abusivi e sulla vanità.
  Colui che usurpa il posto spettante al Depositario del Bene da largire al genere umano, e che cerca di apparire paladino della giustizia con sermoni demagogici, ha osservato un rispettoso silenzio. Degno d'un anticristo, Bergoglio si presta a tutte le ricorrenze profane e mendaci, che tendono a riempire il calendario scalzando le commemorazioni dei Santi. Or ora, ha di nuovo accettato che San Giuseppe sia diventata la festa del papà per ogni sorta di miscredenti. Colui che affida la morale alla spesso bugiarda coscienza dell'individuo, giustifica tutto con una fiducia superstiziosa, con una benevolenza irresponsabile nonché eretica. Egli condivide gli indirizzi e le celebrazioni proclamate dall'ente multinazionale e politeista, stravagante interprete della natura umana.
  In Calabria si sono commemorate le vittime della mafia, presenti le massime autorità. Le quali hanno vantato progressi statali e civili nella lotta ai mafiosi, e hanno previsto miglioramenti, maturazioni, vittorie risolutive. Anche qui, cattolici del clero e di organizzazioni diverse si sono resi responsabili di questa messa in scena. Sono almeno sessant'anni che simili cerimonie si tengono al Sud - da quando almeno al Nord non imperversava simile organizzazione a delinquere. Via via il cancro si è diffuso in tutta la Penisola e, dopo essersi diramato dovunque, non c'è stato verso di fare regredire la piovra, che piuttosto si espande.
  Questo stato è impotente a debellare la mafia, come è impotente a eliminare la droga, non perché siano fenomeni ineluttabili, ma perché questo stato, di costituzione cagionevole, è divenuto un malato cronico. Pertanto hanno montato l'ennesima fanfaronata che seppellisce la causa per cui esiste il regno mafioso, e hanno seppellito il possibile rimedio: uno Stato non corrotto e virile.
  Non passa giorno che, complici le istituzioni, le navi non sbarchino in Italia migliaia di immigrati senza distinzione. Ogni tanto filtra una notizia che spiega tutto. In Libia ci sono campi di raccolta dove si ammassano gli africani in qualche modo costretti o allettati ad emigrare. Giunge pure attendibile e logica la nuova che i negrieri costringono i malcapitati a imbarcarsi sui gommoni. C'è in Occidente chi paga l'operazione, che provoca stragi e disgrazie. In Italia ci sono organizzazioni finte umanitarie che lucrano sull'ospitalità fornita a quella gente straniera e che collaborano alla tratta via mare. Ogni giorno il governo, responsabile di contribuire a questa infamia, fa appello alla UE e ai suoi membri, ben sapendo che vige tuttora una legge comunitaria per la quale i presunti rifugiati devono restare nel paese in cui arrivano. Chi non ha diritto all'asilo deve essere rimpatriato. Ma, salvo eccezioni particolarmente convenienti per certi interessi, il rimpatrio risulta quasi impossibile. Perciò i personaggi che esecrano i muri, continuano a recitare il de profundis all'onestà.
  E viene la celebrazione del trattato di Roma, che istituì la prima comunità europea. Splendida è l'occasione per sotterrare tutti insieme la Verità. Come? Vantando i meriti dell'Europa diventata unione, spacciando per vera un'unità inesistente e impossibile (ogni paese deve tirare l'acqua al proprio mulino e non potrà mai rinunciare alla sua fisionomia). I poteri europei hanno nondimeno messo il giogo alle nazioni con leggi insostenibili, con la perversa moneta unica e un governo europeo indipendente, dispotico, empio e mondialista. Ed è così autentica la crisi etica ed economica determinata  dalla UE, satellite del motore mondialista, che le proposizioni negazioniste calate dall'alto risultano ferali.
  Si vanta la pace dovuta a questa società europea. Perorazione da pacifisti. Per esempio, la nostra pace di soggetti allo straniero è una pace vergognosa. Il fatto di Sigonella diede una prova tangibile della nostra soggezione, ma ci furono cento altri casi in cui visibilmente dovemmo sottometterci all'ingiustizia straniera, e mille casi nascosti in cui ciò accadde, come sarà in avvenire.
  Intanto Bergoglio, in visita a Milano, per prima cosa incontra maomettani e zingari, detti rom, secondo il nuovo dizionario. Dopo le pratiche religiose di prammatica modernista, va a trovare i carcerati, pranza con loro e fa un riposino a San Vittore. La sua democraticità umanitaria è ben rappresentata dei mezzi d'informazione. E non c'è dubbio che piaccia a colui che ha aumentato assai il tumulo sopra la buca profonda in cui giace il dogma sull'eresia.


Piero Nicola

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