venerdì 4 novembre 2016

Lo squillante delirio dei teologi novisti

Mentre il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati.
Dichiarazione congiunta firmata da José Bergoglio
e dal vescovo luterano Munib Yunan.


 Narra una rinomata e curiosa leggenda o fiaba di stampo teutonico che Karl Friedrich Hieronymus barone di Munchhausen, tirandosi per i capelli, si alzò in volo sopra la palude, che stava per inghiottirlo, e in tal modo rovesciò e capovolse la inflessibile legge, che obbliga esseri viventi ed esseri inanimati ad aderire alla dura e attraente terra.
 Il teologo progressivo, elevandosi dalla piatta e profana realtà, grazie al mistico tiro dei capelli, crede fermamente di essere autorizzato a correre – piamente - nelle sconfinate e surreali praterie dello storicismo, ultimamente trasformato nella paradossale elevazione del barone di Munchhausen.
 Sulla terra del stravaganza fiabesca cresce un'erba, che nutre i sogni nei quali si manifesta la liceità del fantasticare, del capovolgente stato onirico, in cui si rivela, ad esempio, che la battaglia di Zama fu vinta dal cartaginese Annibale e non dal romano Scipione, oppure si stabilisce che la decapitazione di Luigi XVI attuò un nobile disegno, concepito da benefattori fedeli alla sana tradizione monarchica.
 Battute in breccia le mura del senso comune, oggidì il volo del leggendario barone di Munchhausen si è allargato fino a diventato il luminoso, conciliare simbolo degli incursori, revisori e riformatori della teologia cattolica, membri agguerriti e insaziabili, militanti nello squadrone novista, che fu definito ultracogitante da Maria Adelaide Raschini.
 I refrattari alla suggestione fiabesca, artisticamente diffusa dagli intellettuali di stampo progressista/riformista, sostengono, confutando la metafisica elucubrata e propalata dai teologi di obbedienza storicistica, che oggetto della memoria umana è il passato, che neppure Dio può alterare e trasformare. Questo fatto dimostra che le verità della teologia cattolica sono indenni dall'usura del tempo
 Pertanto il papa cattolico Bergoglio e il luterano Yunan discutono invano, agitandosi - acrobaticamente - tra il dire e il non dire, l'affermare e il negare, il pensare e il sognare, il credere e il fantasticare, la teologica alterazione della memoria storica e la chirurgica resistenza all'avventurosa ermeneutica.
 Il sussurro del regnante pontefice e dei nuovi teologi (sottomessi alla verità o antagonisti di parola) suggerisce l'adagiamento dell'umiltà dialogica sul pio anticlericalismo di un Eugenio Scalfari e promuove la mondana, estenuante prestidigitazione, che accenna a un dio (quasi di generico stampo heideggeriano) mentre mette in dubbio l'esistenza del Dio della Tradizione cattolica.
 In definitiva i nuovo orizzonte ecclesiale rappresenta la sconfessione del proselitismo, un'attività che è cordialmente deprezzata dal regnante pontefice, che la definisce “solenne sciocchezza, che non ha senso”.
 Modificata e forse alterata da papa Bergoglio, la morale cattolica contempla ultimamente l'associazione della teologia all'obbligo “di ascoltare e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda”.

 Se non che la indeclinabile saggezza dei fedeli ha anticipato la confutazione della teologia elucubrata dagli apprendisti stregoni, stabilendo, una volta per tutte, che Deus non ridetur.

Piero Vassallo

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