sabato 22 ottobre 2016

La verità sull'umanesimo cristiano

Massimiliano Merisi propone un inedito viaggio intorno gli arcigni conflitti fra le scuole medievaliste

 Sulla traccia segnata dal magistrale, classico saggio di Etienne Gilson, l'autore che ha svelato l'irrequietezza e il disordine della giovinezza di Dante, il sagace erudito Massimiliano Merisi,  autore di un pregevole saggio, Umanesimo cristiano, uscito in questi giorni dagli infaticabili e strenui torchi di Marco Solfanelli,  editore in Chieti.
 L'autore propone un inedito viaggio nelle polemiche letterarie, in atto nell'evo di mezzo, dispute che la frottola evanescente oggi al potere tenta di tenere a galla sulla precaria, tarda e fragile zattera illuministica.
 Tale operazione totalizzante e falsificante è compiuta dagli autori della acrobatica ipotesi intorno alla presunta egemonia medievale di un aristotelismo, manipolato e alterato dal passaggio attraverso le tendenziose strettoie e i filtri castranti della teologia islamista. 
 Merisi definisce analogicamente illuminismo la filosofia del XIII secolo: “Aristotelismo, più o meno radicale, arabismo, averroismo, latino, naturalismo, antiromanesimo, che si fa spesso anticristianesimo tout court, sono tutte caratteristiche che connotano il secolo come unico e peculiare, incastrato come elemento di frattura dentro uno sviluppo di sostanziale continuità nel rapporto tra mondo classico e mondo cristiano, che in seguito, passata l'ebbrezza filosofica, si ricostruirà di necessità senza poter più prescindere dagli apporti del pensiero speculativo”.
 Se non che la vitalità del medioevo cristiano fu capace di respingere il troppo e il vano in corsa tra le righe della filosofia diffusa dagli islamici e, al contrario, di accogliere e fare propri i frammenti e le schegge di verità presenti nella filosofia aristotelica.
 L'uscita dalle contraddizioni medievali è la Divina Commedia, il poema scritto da Dante dopo la liberazione dagli errori dell'averroismo: “è facile comprendere che, se la Commedia, come è possibile dimostrare in maniera obiettiva, presenta un'impostazione perfettamente cattolica, in sintonia peraltro con una mena sostanzialmente tomista. … La radicale differenza nell'impostazione ideologica che si riscontra nel Poema rispetto ai trattati aristotelici impone di pensare non a una improbabile e contraddittoria composizione parallela ma a una cesura cronologica evidente tra le opere della maturità e il successivo Capolavoro, che non è solo diverso dal Convivio e dalla Monarchia, ma è anche i se stesso tutto quanto omogeneo e coerente”.
 Il magnifico lavoro di Merisi sferra il colpo di grazia e getta un consumante fuoco sulla vasta e oggettivamente umoristica biblioteca massonica e para massonica, nelle quali sono esposte le leggende (curiosa e spassosa quella scritta dal sedicente Eliotassi Levi) intorno a Dante rosa croce e massone ante litteram.

 L'ingente opera di Merisi, in definitiva, contribuisce alla sottrazione dell'opera dantesca – poema della nazione italiana - dalle mani sporche dei biscazzieri incappucciati dalla notte moderna e unti (bagnati) dalla sapienza del vespasiano massonico.

Piero Vassallo

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