venerdì 17 giugno 2016

L'inganno del matrimonio gay

L'imponente diffusione dell'ideologia gay fa parte di un programma filosofico [il neo-illuminismo nichilistico e incolto, che mira ad  instaurare il Regno dell'Uomo] che ha veramente gettato alle ortiche ogni senso comune e ogni senso morale, ogni tradizione  autenticamente religiosa e anche la conoscenza della vera  psicologia.
Johan Huizinga (1872-1945)


 Il naufragio della filosofia illuministica nelle acque di quel delirio americano/onusiano, che giustifica e approva gli atti dell'immondo vizio contro natura, è l'oggetto di una puntuale, convincente introduzione dell'autorevole Paolo Pasqualucci al saggio “La scienza dice NO. L'inganno del matrimonio gay”. Il testo in questione è stato scritto dall'autorevole psicoterapeuta olandese Gerard J. M. Van Den Aardweg e magistralmente commentato da Paolo Pasqualucci, al fine di confutare l'opinione pseudo scientifica ma squisitamente democratica e progressista, che nell'omosessualità contempla e quasi venera un orientamento sessuale naturale e innato e non una deviazione libertina, trattabile e riducibile con le terapie suggerite dalla scienza medica (purtroppo minoritaria e silenziata) che non è asservita alla rumoreggiante utopia postmoderna.
 La benda americana, posata sugli occhi dell'umanità democratica, impedisce di vedere il delirio sodomitico in corsa rovinosa e squillante nei cortei, che esibiscono le vittime di una patologia non soccorsa ma approvata e incentivata dalla medicina d'ispirazione progressista.
 Il testo pubblicato da Marco Solfanelli irriducibile editore in Chieti, affronta risolutamente la mitologia diffusa dalla rumorosa/fantasiosa subcultura gay ossia la tesi sulla naturalità e normalità del vizio contro natura.
 Il riconoscimento della normalità e quindi l'attribuzione del perfetto decoro al sesso contro natura hanno origine da un'opinione senza serio fondamento, una favola che ha purtroppo ottenuto il consenso del giornalismo filosofante, della teologia conformistica/postconciliare e la condivisione invincibile del vasto pubblico appartenente alla disarmata/manipolata/asservita folla delle persone di mezza cultura.
 E doveroso rammentare che la popolarità della sodomia – oltre che da ipotesi pseudo scientifiche sulla dipendenza della struttura sessuale da una libera scelta – è nutrita dalla memoria della persecuzione messa in atto dai nazisti contro gli omosessuali.
 La giustificata indignazione suscitata dalla discesa del moralismo nazista nell'odioso sadismo concentrazionario, ha turbato e alterato il pensiero dell'Occidente, ispirando un sillogismo irresistibile e fulminante: i malvagi perseguitavano gli omosessuali, dunque gli omosessuali sono buoni e meritano la incondizionata approvazione degli umanisti e dei sinceri democratici.
 Dalla rotazione della morale democratica intorno al convincimento secondo cui il nemico del mio nemico sarebbe un vero amico ha origine l'identificazione (a tempo debito proposta da Gian Carlo Zonghi Spontini) di sodomia e rivolta contro lo spregevole fascismo.
 L'identificazione del persecutore strutturalmente malvagio ha motivato una surrettizia assoluzione e una fulminante approvazione della minoranza dedita alla sessualità contro natura.
 I mitografi, in attività scapestrata sulle piste mass-mediatiche del progressismo, nascondono e censurano le statistiche intorno alla passione suicidaria, in corsa sfrenata oltre il radioso orizzonte sodomitico. La buona stampa, ad esempio, occulta la statistica sui suicidi giovanili nella progredita ed esemplarmente malinconica Svezia, dove la percentuale dei suicidi commessi da omosessuali è superiore di venti volte a quella dei loro coetanei non transessuali.
 Opportunamente Pasqualucci rammenta che causa della diffusione dell'ideologia omosessualista “è la generale corruzione dei costumi ovvero l'influenza del modo sempre più depravato di vivere che caratterizza le nostre società, giusto il quale si è smarrito il senso del peccato e si mette tutto sullo stesso piano”.
 I frutti tossici dell'omosessualità giustificano la diffusa richiesta “di ristabilire la verità a proposito dell'omosessualità, controbattere le distorsioni e le bugie della propaganda gay; poter aiutare con le opportune psicoterapie orientate al cambiamento gli omosessuali che vogliano guarire; ristabilire la libertà d'insegnamento e di pensiero sul tema dei disordini sessuali: abolire l'attuale educazione sessuale neopagana nelle scuole, denunciare la sua immoralità, cancellare le leggi e norme pro gay esistenti a cominciare dal matrimonio gay e favorire il matrimonio e la famiglia, come stabiliti secondo natura”.
 Quasi a commento delle tesi esposte nel magnifico saggio in questione sembra doveroso affermare la necessità di un drastico aggiornamento della cultura politica della destra, cioè l'obbligo di una svolta intesa ad aderire a quelle correnti della filosofia sociale, che sono attive nella difesa dei princìpi essenziali al vivere civile.
 Una tale scelta contempla il riscatto e l'emancipazione della buona destra dall'ipoteca liberale (e libertina) che, allo stato dell'opera, costituisce, disgraziatamente, il certificato di minorità della vita italiana.

 L'incombere di un'immigrazione aliena quando non ostile obbliga la restaurazione di quell'ordine sociale che è stato alterato dall'infelice e disastroso incontro della nuova teologia con il decrepito progressismo.

Piero Vassallo

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