mercoledì 8 giugno 2016

LA SITUAZIONE (di Piero Nicola)

  Alla gente di penna, che in qualche modo e misura si fa leggere, è dato soltanto di chiarire lo stato delle cose e di prospettare le condizioni - augurabili o deprecate - del loro futuro svolgimento. Agire fattivamente per il meglio spetta ad altri, che possono adoprare i chiarimenti e le idee, ma che possono anche non esistere. Sono rari coloro i quali possiedono la capacità di piegare il corso degli eventi, di imprimere la svolta resasi  necessaria.
  I modi per compiere il nostro mestiere sono diversi. Non pochi ritengono che il momento storico è tale per cui sarebbe vano prendere in esame i casi del passato al fine di correggere il presente. Secondo loro dovremmo restare sull'oggi, sull'uomo odierno, sui condizionamenti e progressi della vita attuale, giudicati o immodificabili o da riformare senza pretendere di capovolgerli. Ed essi chiamano questo procedimento realismo indispensabile.
  Viene tralasciata una premessa: l'essere umano resta il medesimo nella storia rispetto ai problemi morali. Sempre necessita risolverli in modo corretto; egli fu sempre soggetto a pervertirsi e si pervertì, e continua ad essere suscettibile di miglioramento nonostante la sua inclinazione al male.
  Quando le strutture tecnologiche ed economiche instaurate siano d'intralcio al raddrizzamento del popolo, la sua natura spirituale, plasmabile e correggibile, è assolutamente prevalente sulle ragioni della materia, sia essa semplice o sofisticata. Qualora fosse necessario mettere un freno alla scienza, per esempio alla cibernetica nelle sue varie applicazioni, la sottomissione degli strumenti d'ogni sorta al bene comune è attuabile e giovevole. Semmai resta la questione della concorrenza o ostilità dei popoli di tendenza contraria. Ma anche questo problema offre soluzioni. Chi si sottrae alla decadenza dei costumi finisce col prevalere.
  Perciò non è affatto disdicevole, oltre a proporre le imprescindibili giuste leggi e l'ordine civile che dovrebbe regnare, avvicinarsi alla concretezza osservando le trascorse, storiche soluzioni.
  In linea teorica, va ripetuto che il primo articolo della costituzione civile dovrà affermare il rispetto del costume cattolico autentico A questo fondamento occorre l'abolizione dei partiti politici, un unico movimento custode dell'identità nazionale e delle imperiture sue tradizioni, un Capo dello Stato che sia anche Capo del governo, un'assemblea dei rappresentanti del popolo preferibilmente corporativa, che nomini il Capo dello Stato. Diversamente, questi potrebbe essere eletto dal popolo. Ovviamente si darà il caso che alcune varianti a tale sistema si rendano opportune, ma la semplicità delle istituzioni e l'eliminazione delle fazioni organizzate e detentrici di potere sono indispensabili. 
  Veniamo alla Storia. Le restaurazioni di un ordine augurato sono opera di uomini e spesso di un singolo individuo, con tutte le inevitabili incognite che ciò comporta. Talvolta il suddetto ordine muore con il suo legislatore. Dalle vicende umane non è concesso pretendere di più.
  Nell'epoca giolittiana e in quella del primo dopoguerra si ebbero diversi mali che annche adesso lamentiamo. Il parlamentarismo, i partiti liberali e sovversivi, il generale laicismo producevano malcostume e disordini, erano destinati a recare il divorzio e l'inarrestabile sequela delle perversioni dovute alla democrazia: un sistema politico che si regge sulle innovazioni corruttrici, come è facile dimostrare che debba essere e come pure si verifica. 
  L'orgoglio nazionale, che non necessariamente degenera nel vieto nazionalismo, essendo basato su un retaggio di opere e di valori rinnovati, soddisfa l'aspirazione del popolo; insieme a questo sentimento la giustizia sociale tiene a freno le brame egoistiche e libertine.
  Nei fatti, distrutte le divisioni ideologiche artificiose e appartenenti a culture aliene, dissolta la lotta di classe nell'unità nazionale, qualcosa di simile si realizzò negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, stante il freno posto dall'autorità della Chiesa (assai riconciliata con lo Stato) alle deviazioni dell'umanesimo paganeggiante.
  Il sentimento patriottico ebbe il suo debito riconoscimento - ora ridotto a una larva dal mito internazionalista e dall'utopia della società multietnica, in realtà disgregatrice e fomentatrice di dissidi.
  Il beneficio della leva obbligatoria è andato perduto. Le donne nell'esercito e nelle polizie sono un ultoriore elemento di debolezza assurda e penosa.
  La naturale struttura della famiglia restò intatta e la sua benedetta prolificità venne incoraggiata, all'opposto del disfacimento promosso ai nostri giorni.
  Si assicurò la stabilità e l'efficienza dell'impiego pubblico. Si sostenette il lavoro delle imprese. L'intervento statale nell'economia salvaguardò le comunità locali e l'occupazione. Le previdenze pensionistiche e le assicurazioni ebbero un carattere definito e stabile. Lo opere pubbliche furono esemplari. Vennero create città e campagne produttive. I servizi di pubblica utilità funzionarono in mano a Stato, Parastato e Comuni. Questo complesso di giustizia sociale è oggi deteriorato, corrotto o scomparso.
  Il buon costume fu abbastanza preservato da pornografia e da spettacoli osceni. La prostituzione ebbe adeguata tolleranza e regolazione. Un segno evidentissimo della via via cresciuta decadenza è l'eterogenea prostituzione di strada e la tratta di esseri umani che vi sta dietro.
  La mafia e le sette, che furono ridotte all'impotenza, sono poi tornate a prosperare ignominiosamente.
  La droga, un tempo circolante in ristretti ambienti di viziosi, si spaccia ovunque fin presso le scuole.
  Le arti ebbero varie fioriture, dalle lettere alla pittura, dalla scultura all'architettura, e s'imposero in campo mondiale, subendo scarse influenze estranee. La lingua di Dante ricevette il suo largo omaggio, neologismi pregevoli l'arricchirono, i suoi cultori tennero a bada forestierismi e altre contaminazioni. Il jazz non scalzò il bel canto italiano.
  La limitazione della libertà servì per lo più a preservare il lecito e il bene comune, pur con qualche sacrificio della critica legittima.
  Propaganda e retorica furono inferiori a quelle della democrazia, che spaccia falsità, aberrazioni e vizi come conquiste benefiche.
  I diritti indebiti vennero equamente negati, come la licenza di corrompere e di sedurre con vari mezzi atti a sovvertire.
  Che il successivo potere civile abbia contribuito alla trasformazione della Chiesa vasta e visibile in una chiesa snaturata ed eretica, sta sotto gli occhi di tutti gli onesti.
   Circa ottant'anni fa anche in America l'aborto fu esecrabile e sarebbe stato inaudito che i sodomiti  sbandierassero il loro orgoglio di peccatori. Ma, per sua natura, il regime concluso e vituperato si sarebbe opposto successivamente alle degenerazioni, compresa quella del clero.
  Dopo tali valutazioni di carattere scientifico, la legge vigente comanda di non restaurare.


Piero Nicola 

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