lunedì 30 maggio 2016

Pagine di storia proibita: Le lettere di un combattente in camicia nera dal fronte russo

Il fascismo fu uno scandalo intollerabile, diffamato e deprecato perché dimostrava la possibilità di sedare, mediante la riforma corporativa, i conflitti sociali, che tormentavano le società moderne (conflitti purtroppo  rilanciati  dall'antifascismo trionfante e gongolante).
 Il governo di Benito Mussolini mise ordine nella società nazionale, aggiornando e attuando i princìpi della  tradizione italiana, che è ordinata al superamento dei sistemi fallimentari, in tormentosa e infausta circolazione nel mondo moderno - l'individualista di stampo anglo-americano e il collettivismo in spettrale attività  nelle riserve dell'ideologia sovietica.
 L'Italia del Ventennio fascista era una nazione all'avanguardia, oggetto di ammirazione (e purtroppo di invidia spietata) perché aveva attuato la soluzione del conflitto sociale, un male che il pensiero pre-fascista giudicava invincibile.
 La oligarchia di stampo liberale nutriva un'imparruccata, soffocante superstizione intorno alla mano magica del mercato, la fantasticheria marxiana rovesciava la speranza dei popoli oppressi in un patibolo il sogno del paradiso  in terra. 
 La rivoluzione fascista, vincente sfida alle ideologie, irritava e inferociva i produttori degli incubi sociali, ma destava, nella mente degli italiani fedeli all'umile Italia, la consapevolezza di vivere una straordinaria, esaltante avventura, la rivolta contro i poteri dell'illusione a due teste matte.
 Sagace interprete della storia contemporanea, Pierfranco Malfettani rievoca le imprese italiane nella seconda guerra mondiale, alle quali partecipò il fratello di sua madre, Nino Solinas (1923-1943), un giovane, esemplare fascista di Novi Ligure.
 Promettente disegnatore, Nino Solinas rinunciò alle promesse della sua maestria per arruolarsi, giovanissimo volontario, nelle Camicie nere. Fu valoroso combattente in Jugoslavia e in Russia, prima di ammalarsi e di morire a causa di una infezione polmonare, probabilmente causata dalla ripetuta esposizione alle intemperie.
 Edite in Genova dalla libreria editoriale Sibilla, le lettere di Nino e indirizzate ai familiari in   trepida attesa (lettere finalmente pubblicate in un volume intitolato Noi marceremo sempre avanti) destano viva commozione nei lettori indenni dall'umiliante influsso del pensiero atlantico.
 Le lettere di Solinas sono proposte agli italiani che nutrono un ostinato, irriducibile amor di Patria e perciò ammirano l'eroismo dei valorosi combattenti nella seconda guerra mondiale.
 La testimonianza di Nino, infatti, è lo specchio della passione patriottica, ispirata dalla religione cattolica e condivisa dalla totalità degli italiani combattenti nella seconda guerra mondiale.
 Al proposito Malfettani rammenta che “Soldato politico, in quanto volontario fascista, Nino dimostra a parole di disprezzare il nemico. … Il massimo del disprezzo Nino lo riserva all'Inghilterra e agli imboscati italiani”.       

 Nelle lettere del giovane combattente si legge anche e sopra tutto l'amore per i familiari, un sentimento che la cultura al potere nel Ventennio fascista aveva incrementato. Vero è che la legge divorzista, promulgata da una maggioranza disonesta, in vista della devastazione della civiltà italiana, fu imposto dal voto di una maggioranza antifascista. A parole indenni dalla colpa fascista i vecchi democristiani furono infatti obbligati a riconoscere che fondamento della civiltà è il matrimonio indissolubile.

Piero Vassallo

1 commento:

  1. ...vogliono il matrimonio indissolubile (fino al divorzio, beninteso) anche dei gay... ma quando finirà questa discesa agli inferi?... mi sono proprio scocciato, carissimo Piero...

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