mercoledì 18 maggio 2016

NON SONO ANGELI (di Piero Nicola)

  In alcuni casi posso anche essere fiducioso, ma non dimentico che nel mondo, nell'umanità affetta almeno dalle conseguenze del male ereditario originale, non ci sono angeli: neppure nelle sedi più autorevoli, collocate in torri eburnee.
  Ogni tanto il frutto economico del governo, lo stato della ripresa o ripresina o che-so-io, viene dimostrato da dati statistici. Di certo non abbiamo la possibilità di verificarli, occorre prenderli per buoni, dobbiamo accettare che Renzino e suoi ministri pro Sodoma & Babele e la stampa compita ce li esibiscano come documenti rilasciati da signori infallibili. Ma siccome è impossibile che costoro siano talmente impeccabili, una certa incredulità è assai legittima.
  Giorni addietro credo di averne avuto una conferma. Le maggiori testate giornalistiche hanno pubblicato sonoramente che l'Istat, Istituto Nazionale di Statistica (strano come i babelici politici arcobaleno non abbiano ancora abolito l'aggettivo Nazionale, che figura nell'INPS, nell'INAIL e in altri già benemeriti Istituti) ha previsto per l'anno in corso un aumento del pil dell'1,10% e dell'occupazione dello 0,80% - In questa occasione, le imparziali televisioni cedono a un'umana debolezza, frammezzando spesso nei loro servizi le immagini del solenne e quasi sacro palazzo dell'ISTAT, edificato dal Ventennio - Bisognerebbe arguire che l'ISTAT disponga di poteri divinatori, ovvero della celebre sfera di cristallo in cui i maghi leggono il futuro. Infatti siamo appena a maggio, neppure alla metà dell'anno in corso. E non mi riferisco all'imprevedibile e pur sicura fine del mondo, da tutti sempre ignorata. Né chiedo se ci siano ancora sottospecie di cattolici che concludano le loro aspettative dicendo: "Se Dio lo vorrà". Penso al calcolo delle probabilità.
  Qualche uomo avveduto, alzando il sopracciglio, obietta che si trattava di proiezioni. Ma i comunicatori insostituibili, sulle cui spalle grava l'onere di avere il sostanziale monopolio dell'informazione politica ed economica, non hanno detto affatto che si trattava di possibilità e neppure di probabilità. La differenza tra una previsione sicura ed una incerta è profonda, e dev'essere un raggiro il solo evitare di distinguere tra le due cose.
  A questo proposito, mi viene in mente il ministro Pier Carlo Padoan, economista, accademico, uomo di esperienza fatta con cariche importanti al FMI e all'OCSE, volto segnato dalla responsabilità di governo, il quale nei mesi scorsi ripeté e assicurò che il debito pubblico nazionale sarebbe diminuito prossimamente, in ogni modo entro l'anno. Invece non solo il debito pubblico è aumentato, ma i commissari della UE prevedono che salirà ancora, raccomandando che si provveda all'arresto della deprecata crescita nel 2017-2018.
  Tornando all'ISTAT, esso non è un ministero politico o che-so-io, esso gode di ben altra autorevolezza. Se le sue erano previsioni secondo tendenze e calcoli contenenti tuttavia delle variabili, non doveva farsi manipolare, gli correva l'obbligo di intervenire a salvaguardia del suo prestigio. Diversamente, ha accettato la sua inaudita qualifica di profeta.
  Oserebbe l'ISTAT mettersi sullo stesso piano di un potere esecutivo pro Sodoma & Babele, che per il 2015 annunciò l'aumento del pil dell'1%, mentre alla fine dell'anno fu dello O,8% (sempre che la statistica sia stata infallibile)? Staremo a vedere.

Piero Nicola

  

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