sabato 9 aprile 2016

"I COMANDAMENTI RIMANGONO, MA IO LI VIOLO" (di Piero Nicola)

C'è forse un altro modo per riassumere l'esortazione post-sinodale (esortazione eufemismo di disposizione o di magistero abusivo) Amoris laetitia di Bergoglio?
  No, perché egli stesso afferma, in conclusione, che la Legge del Padre e del Figlio si applica dalla Chiesa secondo lo stato della coscienza del peccatore pubblico e secondo il discernimento caritatevole del pastore di anime.
  È un clamoroso ribaltamento della morale dogmatica. Infatti le conseguenze di tale condotta pastorale impartita al clero sono inevitabilmente lo scandalo e l'esposizione del gregge alle seduzioni del peccato e dell'eresia. Il documento smentisce il Magistero tradizionale su questioni di fede e di morale: trattamento dei pubblici peccatori, presumibilmente membri morti del Corpo Mistico.
  Anche ammettendo che in alcuni casi costoro (p.e. i divorziati risposati) non possano uscire dal concubinato senza provocare un male peggiore del rimedio, questo presupposto non viene definito come condizione per un'assoluzione, né si vede come essa possa essere resa nota alla comunità cattolica; infine sarebbe una condizione suscettibile di decadere. D'altra parte, il previsto "accompagnamento" del peccatore da parte del sacerdote, deve renderlo consapevole della sua colpa, motivo di scandalo. Perciò sono pretestuose le "attenuanti" addotte nel testo a tale riguardo. Così sono gravemente erronee le mezze misure dell'osservanza che renderebbero il soggetto idoneo a trovarsi sulla buona strada. Non esiste una parziale inosservanza. Finché il colpevole non vi ha posto rimedio, egli non ricupera i suoi diritti. Ma dopo l'invenzione delle vie di salvezza nell'errore, non abbandonato, qualsiasi assurdità sarebbe diventata credibile.
  Già l'ecumenismo, la libertà religiosa, la validità delle false religioni in ordine alla salvezza, la presunzione della capacità di fare sufficientemente il bene da parte di eretici, infedeli, atei e membri morti della Chiesa in peccato mortale e non convertiti, hanno costituito una predicazione costante Urbi et orbi, un'eretica violazione della Legge. E questo documento pletorico e ripetitivo ribadisce tali eresie.
  Ma la nota saliente dell'esortazione è il definitivo affossamento dell'Autorità della Chiesa (non mi riferisco all'autorità di Bergoglio, che sfido chiunque a trovare dove possa trovarsi).
  Egli non si è accontentato delle risoluzioni condivise dalla maggioranza dei padri sinodali. Le ha superate. Inoltre lascia la porta aperta a successivi abusi del Vangelo premettendo che si dovrà "continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali. La riflessione dei padri e dei teologi [...] ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza". Possiamo figurarci quale!
  L'indegno calpestamento del Magistero autentico porta all'esegesi arbitraria:
  "Lo Spirito ci farà giungere alla verità completa" (Gv. 16,13). La promessa compiuta diventerebbe futura.
  Ritorna la contaminazione dogmatica e morale: "Le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale [...] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato"; "cercare soluzioni più inculturate".
  Occorrerebbe esprimere l'insegnamento con le espressioni del mondo, anziché con la logica e con l'autorità di Dio, sempre necessaria per la fede. La pseudo-chiesa rinuncia democraticamente all'autorità.
  Mistificazione: "Il cammino sinodale ha portato in sé una grande bellezza e ha offerto molta luce".
  Sempre la parzialità considerata valevole, quando resta in errore: "Misericordia e discernimento pastorale davanti a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone". Altro che proposta, si tratta di Comandamenti!
  Gli eufemismi traditori si sprecano: "sfide attuali" sarebbero le empie trasgressioni oggi consuetudinarie.
  "Intelligenza più profonda dell'inesauribile mistero del matrimonio e della famiglia" [sic!]
  Conferma dell'abdicazione del clero: "Il cambiamento antropologico-culturale [...] richiede un approccio analitico e diversificato".
  Questo cambiamento è in atto da almeno mezzo secolo! E siccome è chiaro come sia generalmente empio, non ci si adatta ad esso in alcun modo. Del resto, i problemi etici sono sempre gli stessi.
  "Non serve pretendere di imporre norme con la forza dell'autorità".
  Bergoglio osa chiamare "ideale teologico" il divino comandamento. Egli usa spudoratamente il termine "famiglie allargate" per indicare le relazioni parentali e amicali sia lecite, sia quelle "tradizionali dell'Africa".
  Non manca l'autocritica per comportamenti tradizionali cattolici, al posto della condanna di quelli eretici contemporanei.
  "La mobilità umana (immigrazioni) può rivelarsi un'autentica ricchezza". Oltre, troviamo il ritornello della indiscriminata carità verso i migranti. L'islam religione accettata e innocua. La falsità eretica riceve conferma.
  "Le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio". Implicita abolizione del concubinato.
  "Molti problemi attuali si sono verificati a partire dall'emancipazione della donna". Giudizio ritenuto invalido: "È una falsità". Dunque va bene che le donne siano arruolate nell'esercito insieme ai maschi. Dunque aveva torto Pio XI quando lamentava i danni procurati alla famiglia dalle donne che lavorano senza particolare necessità.
  "Sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender) si possono distinguere, ma non separare". Senza altra osservazione! Viene omesso costantemente e scandalosamente il peccato impuro contro natura.
  Cristo "ha guardato alle donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza", ciò per giustificare l'indulgenza dei preti.
  Cristo non fu mai indulgente. E fa testo il procedimento dettato dal Messia e da San Paolo (sempre nascosto dai novatori):  “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo… e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt. 18, 15-17). “L’uomo eretico, dopo la prima e la seconda correzione, fuggilo, sapendo che questo tale è pervertito, e pecca come quegli che per suo proprio giudizio è condannato” (Tit. 3, 10).
  "La Chiesa, per comprendere pienamente il suo mistero guarda alla famiglia cristiana, che la manifesta in modo genuino". Le inversioni sono il pane dei neomodernisti.
  "L'ordine naturale è stato assunto dalla redenzione di Gesù Cristo in maniera tale che tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale che non sia perciò stesso sacramento". Se l'assunzione dell'ordine naturale da parte di Cristo ottiene ai battezzati il sacramento del matrimonio, allo stesso modo essi potranno beneficiare degli altri sacramenti, ossia celebrandoli da ministri come avviene nel matrimonio?
  Lo scopo primario del matrimonio, la procreazione, è ridotto a obbligo di "apertura alla vita".
  Eresia rinfrescata: "Il discernimento della presenza dei semina Verbi nelle altre culture (Ad Gentes, 11) può essere applicato anche alla realtà matrimoniale e familiare. Oltre al vero matrimonio naturale ci sono elementi positivi presenti nelle forme matrimoniali di altre tradizioni religiose, benché non manchino neppure le ombre".
  "Ogni persona che desideri formare in questo mondo una famiglia che insegni ai figli a gioire per ogni azione che si proponga di vincere il male - una famiglia che mostri che lo Spirito è vivo e operante [la grazia comune, preveniente, qui erroneamente confusa con la grazia efficiente; rinnovata l'eresia del pelagianesimo: i privi della Grazia possono fare il bene a sufficienza] - troverà la gratitudine e la stima a qualunque popolo e religione appartenga". Stacciato l'ammonimento di Cristo: "Senza di me non potete fare niente di buono" (Gv. 15, 5)
  "Lo sguardo di Cristo la cui luce rischiara ogni uomo (GS, 22) [insiste nell'errore sulla grazia comune] ispira la cura pastorale della Chiesa verso i fedeli che semplicemente convivono o che hanno contratto matrimonio civile o divorziati e risposati... partecipano alla sua vita [della Chiesa] in modo imperfetto [essi sono membri morti e nocivi, salvo prova contraria, e sarebbero da scomunicare se si ostinassero a contraddire la Chiesa]: invoca con essi la grazia della conversione... li incoraggia a mettersi al servizio della comunità nella quale vivono [vedi il criterio stabilito da Cristo, Mt, 18, 15-17]... Quando l'unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico ed è connotata da affetto profondo, da responsabilità... capacità di superare le prove, può essere vista come un'occasione da accompagnare verso il sacramento del matrimonio, quando sia possibile". Le ambiguità sono evidenti.
  "La carità coniugale raccoglie in sé la passione erotica". Linguaggio adatto ai fraintendimenti.
  "L'erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi".
  Tra una osservazione e l'altra, abbondano le lezioni psicologiche di scarso o cattivo senso morale.
  Altra esegesi erronea, viziata da errore storicistico: "le mogli siano sottomesse ai loro mariti" (Ef. 5, 22) viene considerato un detto relativo al costume dell'epoca, non più valido. E si approfitta dell'ignoranza del pubblico omettendo una controprova fornita da San Paolo subito dopo: "L'uomo è capo della donna, come Cristo è capo della Chiesa; ed egli è Salvatore del suo corpo. Come la Chiesa è soggetta a Cristo, così le donne ai loro mariti in tutto" (Ef. V, 23-24). Del resto, la legge naturale richiede un capo in ogni società e non una diarchia. L'abolizione del capofamiglia risponde a un disegno distruttore della famiglia. Ma i felloni non se ne preoccupano.
  "Questa famiglia [sacrosanta] allargata dovrebbe accogliere con tanto amore le ragazze madri... i giovani che lottano contro una dipendenza... le persone separate... i più disastrati nella condotta della loro vita".
  Di nuovo, come altrove additando l'esempio di Cristo, si prescrive un comportamento che deve essere  riservato a uomini di Chiesa preparati, o aventi la corazza della santità. Il che concorda con l'eretica sopravvalutazione dell'uomo, gettato in pasto ai lupi nemici della Croce e in braccio alle prostitute, mentre i preti sono destinati alla fornicazione col mondo. Con losche dottrine si è fatto scomparire il demonio, principe di questo mondo.
  "Cooperare nella semina: il resto è opera di Dio". "Accompagnare". "Non si tratta di presentare una normativa, ma di proporre valori". Procurare una "formazione più adeguata" dei pastori. "Utile in tal senso l'esperienza di una lunga tradizione orientale dei sacerdoti sposati". Preparazione dei seminaristi mettendoli a contatto con famiglie di ogni sorta.
  Ecco una cura delle anime (mai nominata come tale) più simile al lavoro degli assistenti sociali che all'esecuzione del mandato di Cristo. Una concordanza con l'effettiva pratica rinuncia alla missione per convertire e fare proseliti. La diserzione dottrinalmente giustificata. Intanto ci pensa il Signore...
  Accompagnare pastoralmente i divorziati.
  "Ai divorziati che vivono una nuova unione è importante far sentire che sono parte della Chiesa [in che modo?] promuovere la loro partecipazione alla vita della comunità".
  Sancito l'errore che non tiene conto dello scandalo, e avanzato il malinteso zelo pastorale.
  "Carità prendersi cura di loro". "Necessità di rendere più accessibili e agili le procedure per la nullità". Conferma delle nuove norme date con motu proprio Mitis Iudex Dominus Jesus, 9/9/15 dopo il motu proprio Mitis et Misericors Iesus 15/8/15. Dove già nel titolo la Giustizia divina viene mutilata.
  Si rinnova l'osservanza della legislazione eretica sui matrimoni misti. Anche per essi si fa valere il falso ecumenismo e il pregio delle false religioni. I matrimoni tra cattolici e altri battezzati presenterebbero comunque "elementi da valorizzare e sviluppare", "il loro intrinseco valore" anche per il "movimento ecumenico", sono "luogo privilegiato per il dialogo interreligioso". Per matrimoni con "disparità di culto" (p.c. di cattolici e musulmani) si chieda semplicemente la libertà religiosa nei paesi in cui non è rispettata. Che Dio ci aiuti!
  "Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto". Riguardo alle famiglie con membri omosessuali: "rispettoso accompagnamento".
  Le omissioni sono imperdonabili. Altrove si ripete la tacita accettazione delle coppie omosessuali, pur considerate non equiparabili a quelle eterosessuali. Il Sesto Comandamento resta innominato e quasi lettera morta, sebbene il documento pretenda di sviscerare ogni aspetto dell'argomento
  L'educazione morale di un bambino o di un giovane richiede di pretendere da loro soltanto quelle cose che rappresentino per essi un sacrificio proporzionato, una rinuncia adeguata. Altrimenti "la persona, appena potrà liberarsi dell'autorità, probabilmente smetterà di agire bene".
  Oltre alla suddetta distruzione dell'autorità, assistiamo a un inedito principio morale. Il ragazzo può "agire bene", ma siccome deve farlo penosamente ed è probabile che poi deponga la virtù, bisogna lasciare che agisca male.
  Il silenzio sulle relazioni sessuali prematrimoniali!
  "Gesù stesso mangiava e beveva con i peccatori". E dovremmo, in questo, paragonarci a Lui!
  Dunque: "apertura alla diversità delle persone". Vadano tutti al mulino senza infarinarsi!
  "La Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto [errore: certi peccatori, qui sottintesi, non possono parteciparvi in alcun modo, ad ogni modo non devono essere ammessi visibilmente a tale partecipazione], riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite... per compiere il bene".
  La grazia opera in tutti, ma quanti vi resistono! I concubini e i divorziati risposati che, proprio volendo essere membri attivi della Chiesa conoscono le leggi di Dio, sono colpevoli della mancata conversione (perché siano assolti occorre la loro fattiva riparazione), resistono alla grazia e sono tanto più indegni.
  Alcune famiglie realizzano l'ideale cristiano parzialmente [sic].
  "La Chiesa non manca di valorizzare gli elementi costruttivi in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non più al suo insegnamento sul matrimonio".
  Sistema sbrigativo, pretesto per omettere il dovuto.
  "Accogliere, accompagnare" i conviventi, i concubini. "Misericordia" e "integrazione" volute da Gesù per le persone in situazioni "dette irregolari".
   Nossignore! Rammentiamo quello che Nostro Signore ha predicato (Mt. 18, 15-17) e la regola che la Chiesa ha sempre seguito.
  "Non condannare esternamente nessuno".
  Eresia. Cristo lanciò anatemi e promise l'esecuzione di condanne.
  "Integrare tutti": si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una "misericordia immeritata, incondizionata e gratuita".
  Anche i suddetti colpevoli resistenti alla grazia e alla conversione! Ma già, anche per loro il sacrificio sarebbe insopportabile!
  Perfino per chi "ostenta un peccato oggettivo come se facesse parte dell'ideale [sic] cristiano... può esserci qualche maniera di partecipare alla vita della comunità".
  Gli errori esibiti come fossero verità non contano!
  A divorziati risposati e concubini "la Chiesa rivelerà la divina pedagogia della grazia nella loro vita e li aiuterà a raggiungere la pienezza del piano di Dio per loro". Ancora e sempre l'eresia della parziale bontà valevole, sebbene unita a errore e a colpa. Si dà ad intendere d'essere sulla strada giusta a chi batte quella sbagliata.
  Ai divorziati risposati si riconoscano i motivi per cui non possono separarsi.
  Con effetto di malizia, arriva la contraddizione che turerebbe la falla di una barca che affonda al lume della ragione:
  "I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo [impossibile, dopo quanto sopra disposto!] La logica dell'integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale, perché appartengono al Corpo di Cristo" e possono avere una gioiosa e feconda esperienza "in diversi servizi ecclesiali".
  Orrore delle norme canoniche! Tutto lasciato alla libera interpretazione. Salvo riprendere chi sgarra dall'eresia stabilita. Democrazia!
  "Discernimento dinamico", "accompagnamento", concessione di credito, nessuna ammonizione, fiducia nella grazia preveniente. Se nel frattempo il concubino o il divorziato rende l'anima a Dio e va all'inferno, pazienza!
  Ma dov'è finita la misericordia? Si mette al posto di un procedimento cauto e brevemente preliminare, seguito dalla debita trasmissione dell'inderogabile Giudizio, un indefinito "accompagnamento" privo della necessaria istruzione e dell'opera di misericordia spirituale: l'ammonizione fraterna
  "Bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno, lasciando spazio alla misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile".
 Addio Decalogo! Il proprio compito questi preti osano rimetterlo al Signore.

Piero Nicola

    

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