martedì 8 dicembre 2015

Dalla Francia i profili delle due incompatibili destre: Lo sconosciuto bene della scissione

L'osservatore che rammenta il tormentato cammino e la triste dissoluzione della destra di stampo almirantiano - l'ammucchiata polifrenica intorno al perpetuo, comizio, l'eterogeneo coacervo di uditori di un  pifferaio malinconico come i violini di Verlaine & neofascisti estenuati, monarchici da rotocalco, evoliani sul tappeto volante, gentiliani marginalizzati, neodestri di risulta, socializzatori onirici, tradizionalisti a mente plurima, massoni travestiti, liberaloidi in maschera - comprende l'inevitabilità di una proposta intesa a sciogliere il nodo delle convergenze innaturali e delle pittoresche radunate.
 La figura di una destra finalmente separata dallo straziante / devastante / perdente sincretismo, forse si intravvede nello scisma in atto nel Fronte Nazionale, dove la tradizione neopagana e libertina dell'attempata Marine Le Pen corre nella direzione opposta per diametro alla tradizione cattolica cui aderisce la giovane Marion Màrechal Le Pen.
 Prima delle elezioni francesi del 6 dicembre a destra imperversava un collezionismo ideologico ammucchiante, in frenetico casaccio, San Tommaso, De Maistre, Bonald, D'Annunzio, Pound, Guénon, Gentile, Hamsun, Bottai, Giani, Brasillach, Evola, Pallotta, Thibon, De Tejada, Junger, Accame, Bardàche, Gianfranceschi, Plebe, Drieu, Guidasci, Bocchino, Tulliani e Fisichella.
 La verità era umiliata e affondata nelle sabbie mobili dell'et … et – il delirio anti-aristotelico di Herbert Marcuse di cui si appropriarono gli inconsapevoli/fulminati neodestri di Francia e d'Italia.
 Era sconosciuta e/o dimenticata l'esistenza di due irriducibili indirizzi della destra, la rinascenza del cattolicesimo politico e il riflusso del laicismo di stampo illuministico e/o crepuscolare, non era conosciuta.
 Il tramonto della mitologia intorno alla inderogabile necessità di unire pensieri irriducibili in una destra intossicata dal sincretismo e/o dal pluralismo è chiaramente leggibile nel potenziale, latente conflitto, che oppone il pensiero neo-destro di Marine Le Pen alla destra vandeana di Marion Màrechal Le Pen.  
 All'orizzonte della destra europea si affaccia un dualismo a destra che trasporta le ragioni di un futuro segnato dal tramonto del sincretismo.
 L'ascesa di Marion Le Pen, infine, apre una finestra al dialogo tra la cultura della destra e la teologia tradizionale, una comunicazione che è stata finora impedita dalla confusione in tormentosa/tenebrosa circolazione negli ambulacri della destra francese e italiana.

 Alla destra latitante nel vuoto liberale generato da Foza Italia, la giovane Le Pen indica un nuovo percorso, una via indirizzata all'uscita dal politeismo spensante e all'ingresso nella vera scena della lotta politica.  

Piero Vassallo

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