lunedì 16 novembre 2015

BERGOGLIO RIBADISCE LA SUA ERESIA (di Piero Nicola)

Sfido qualunque teologo a sostenere che l'eresia fosse un errore della Chiesa, un concetto ormai da rottamare, e che attribuire, da parte di un cristiano, la prerogativa della Divinità ad un nome adorato o venerato, ma diverso da quello di Dio, non sia un'azione eretica.
  Domenica 15 novembre (dopo le stragi attuate da islamici a Parigi, il venerdì 13 novembre) Bergoglio, parlando ai creduli convenuti in Piazza San Pietro, ha colto il destro per esecrare, tra l'altro, le grida dei terroristi che inneggiavano ad Allah sparando e uccidendo, in quanto essi, così facendo, bestemmiavano.
  Inequivocabilmente, un cattolico (supposto tale) nomina la bestemmia in relazione al Signore. Nessun Padre, Santo, Confessore, Dottore della Chiesa, Papa (preconciliare) e Teologo ortodosso avrebbe mai attribuito la bestemmia, questa grave offesa della SS Trinità, a (presunti) offensori di falsi dei. Tutt'al più, costoro sarebbero stati considerati maggiormente colpevoli di empietà.
  Conosciamo bene le sciagurate dichiarazioni degli ultimi occupanti del Soglio pontificio, secondo le quali i monoteisti ebrei e maomettani hanno in qualche modo il nostro stesso Dio. Non è ammissibile affermare che qualcuno Lo riconosce, quando Lo concepisce, nella dottrina e nei fatti, in modo diverso dalla Sua Realtà (disconoscimento di Cristo e dei Sacramenti o riduzione di Lui a semplice profeta, grave alterazione della Sua Legge e della Rivelazione).
  Questo tradimento dogmatico era risaputo. Perciò, che Bergoglio abbia accennato a maomettani bestemmiatori non fa scalpore e meraviglia. La sua preoccupazione è evidente: egli vuol tener fuori dalla guerra dichiarata dallo stato islamico all'Occidente cristiano la maggioranza dei fedeli musulmani (sembra che in Europa siano già 20 milioni). Qualcuno ha messo in evidenza che (a prescindere dalle disoneste interviste tivù) ben pochi di loro hanno espresso una condanna dei combattenti dell'Isis, i quali hanno portato la guerra santa sul suolo europeo, e che non si è avuta da parte di immigrati islamici una pubblica manifestazione di solidarietà con le vittime e contro gli estremisti loro confratelli.
  L'ignoranza o la mala fede del clero e dei laici permette loro di comportarsi come se non esistesse una regola fondamentale per i seguaci di Maometto: essi si dividono in guerrieri votati alla jihad e in resto della popolazione, che aderisce ai militanti e non vi si oppone, se non per ingannare gli infedeli, tuttavia senza un aperto rinnegamento.
  L'irenismo ottimista, sciocco, criminale, che si basa sui regimi filoamericani e moderati di paesi come l'Egitto e la Giordania, ci interessa molto meno dell'eresia insediatasi nel Vaticano.
  Il bacio del Corano (patente coacervo di empietà e di prescrizioni ostili agli stranieri), il dialogo interreligioso intrattenuto con chiunque, le dimostrazioni di amicizia largite a muftì, iman e varie gerarchie della religione creata dal falso Profeta, i riconoscimenti tributati a coloro che avrebbero per padre Abramo, postergando la Dottrina cattolica e la Tradizione ecclesiastica, ne espellono ipso facto quanti sono responsabili di quel bacio, di quel dialogo paritario, di quell'amicizia e accoglienza che mette le pecorelle alla mercé dei lupi, di quei riconoscimenti felloni e insensati.
  Il tutto è un'operazione d'eresia inaudita, terrificante, è una sostanziale apostasia, di fronte alla quale le raffiche di kalashnikov diventano un'inezia accanto ai santissimi fulmini dell'Onnipotente, accanto al matrimonio omosessuale, che ha il valore d'un castigo adeguato, non dovuto all'Onnipotente in modo diretto, ma da Lui consentito.


Piero Nicola

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