mercoledì 14 ottobre 2015

DEMOCRAZIA FALLITA (di Piero Nicola)

Per l'approvazione in parlamento della riforma della Costituzione, che cambia il Senato rendendo la Camera dei deputati il solo organo legislativo, sicché con l'entrata in vigore della legge elettorale (Italicum) il partito che prende più voti avrà la maggioranza assicurata, i partiti contrari a Renzi hanno gridato al colpo di stato, all'introduzione di un regime autoritario, antidemocratico, all'instaurazione di una sorta di dittatura.
 Osservo che:
1) La democrazia, specie quella oggidì concepita dai suoi accreditati interpreti e dal sentimento comune, è un sistema politico marcio alla radice, in quanto contiene il principio dell'ingiustizia (uguaglianza etica e uguali capacità di giudizio degli elettori, nessuna valida qualificazione degli eletti) nonché la causa della corruzione politica, sociale e morale. Sarebbe superfluo mettere in fila i punti di tale degrado insito nel metodo (costituzione), cui la prassi non può rimediare.
  Basti dire che durante i 70 anni di parlamentarismo italiano si sono avute le peggiori leggi che ci si potesse attendere (divorzio, aborto, diritto di famiglia e chi più ne ha più ne metta), mentre il governo ha prodotto o permesso la rovina dei costumi, l'invasione degli immigrati, la mafia, la droga in quantità intollerabili, e altre nefandezze.
2) Il discredito gettato su qualsiasi regime autoritario comporta una menomazione insanabile. Infatti ci si priva di un modello storico, realistico (compatibile con le sane tradizioni, la moralità, la Religione) e si entra nella ferrea sfera delle illusorie perfezioni democratiche.
  Condannare a priori l'autoritarismo è un errore grave. L'autoritarismo può essere cattivo o buono, ma quello buono è il solo in grado di risollevare le sorti civili, specie nelle attuali contingenze.
3) È deleterio far dipendere il regime da instaurare da un qualsiasi progressismo, evoluzionismo o storicismo. Al di fuori della partitocrazia, della plutocrazia, delle conventicole che dirigono i governi da dietro le quinte, al di fuori di questo perverso impero progressista, soltanto uomini idonei possono cambiare le cose in senso positivo, ed essi hanno la capacità di andare contro qualsiasi corrente con largo consenso.
  Ovviamente, ridotta la democrazia, esiste il pericolo che il potere vada nelle mani di un Renzi o di qualcuno come lui, e che perciò il rimedio diventi, lì per lì, peggiore del male. Tuttavia la possibilità di governare uscendo dalle pastoie del parlamentarismo, degli interessi particolari fatti prevalere sul bene comune, eliminando i tradimenti dei deputati, ecc. non va disprezzata, anzi è l'unico scampo che attualmente si presenti. Ma c'è di più: la cattiva prova data dall'esecutivo non potrà evitargli la caduta, e il successivo Presidente del Consiglio potrebbe essere quello augurato.

Piero Nicola


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