venerdì 7 agosto 2015

La misericordia e la giustizia

 Al seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre nelle praterie della misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi di popolo.
 Nessuno osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la somministrazione  di pie minestre e di sacri passaporti per l'Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della misericordia.
 Nel Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici. I miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati  alla conversazione celeste non a effimere beatitudini da consumare nella breve vita in terra.
 In altre parole: nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che corre tra la misericordia materiale e i suoi spirituali effetti.
 Gesù incontra dieci lebbrosi e risponde al loro grido - Gesù abbi pietà di noi - dicendo "Andate e presentatevi ai sacerdoti. E mentre essi andarono essi furono purificati".
 Dieci guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Uno solo dei miracolati, un samaritano, si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall'ingratitudine dei nove lebbrosi risanati: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Alzati e va, la tua fede ti ha salvato".
 Non è seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale: la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
 La sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata dall'obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale è spiritualmente sterile. I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente - difficilissimamente - si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine spacciate da falsi profeti, quale fu ad esempio Maometto.
 Il pane della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini dell'errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino. Da questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una scandalosa benedizione del cammino di perdizione.
 Il dovere verso i migranti inoltre contempla l'obbligo di tutelare la tranquillità nell'ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d'importazione.
 Il civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto naturale e alla fede cattolica. L'ecumenismo in uscita dal giusto e indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d'importazione, incoraggia (si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi produce la collera, che purtroppo alimenta la xenofobia.
 Purtroppo il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente demenziale  dei radicali di Pannella e della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani.
 Le trasmissioni televisive nelle quali è concesso il diritto di straparlare ad islamici, che predicano un ridicolo dualismo giuridico, contemplante - a carico dei paesi cristiani - l'obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane e il diritto degli stati islamici di opprimere o addirittura perseguitare i cristiani, non destano l'allarme delle autorità politiche e di quella religiose.

 Le inquietanti prediche gridate dai teologi islamici sotto l'ala protettiva di una sinistra allo sbando, dovrebbero almeno destare l'attenzione del santo clero, che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall'espansione da una presenza arrogante e minacciosa,  consentita dalla pietà politicante dura d'orecchi e di cervice.

Piero Vassalllo

1 commento:

  1. Il Card. G. Biffi disse giustamente, anni fa, (e fece scandalo) che lo Stato ha il diritto di regolamentare il flusso di migranti e che non deve far entrare tutti indistintamente. Anzi, rincarò la dose, dicendo che bisognava favorire gli immigrati cattolici! Oggi, invece, ci ritroviamo Mons. Galantino che polemizza aspramente contro Salvini e i 5 Stelle: il linguaggio misericordioso con loro non vale? è l'assioma del liberalismo, formulato da Locke: "Si deve essere tolleranti con tutti, tranne che con gli intolleranti".

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