mercoledì 1 luglio 2015

DEPOSITO DI ERESIA - I (di Piero Nicola)

  Come avvenne al Vaticano II, nei nuovi documenti dottrinali prodotti dalla gerarchia o dal suo vertice il mascheramento delle negazioni di dogmi, operato soprattutto nell'intento di fronteggiare la fastidiosa obiezione dei tradizionalisti, lascia tuttavia emergere le contraddizioni, conforme alle mire dei novatori. Agli errori ormai vecchi, se ne aggiungono altri che, mediante omissione, ambiguità e diversi espedienti, modificano l'intangibile, annientando verità formulate infallibilmente, e il tutto si dimostra essere oggetto di eresia.
  Si sa che un'eresia ne richiama un'altra, sia quest'ultima per appoggio alla precedente, sia per desiderio di estensione.
  L'Instrumentum laboris redatto allo scopo di servire alla prossima sessione del sinodo sulla famiglia, si pone a priori lungo la sequela dei precedenti errori dogmatici. Il motivo è semplice: avanza dei quesiti che il dogma non ammette, avendoli già risolti. Sicché, dandosi la facoltà all'assemblea di dare la risposta errrata, si consente fin da principio all'eresia.
  Il quesito principale riguarda la possibilità di dare i Sacramenti ai divorziati risposati e, in genere, ai peccatori pubblici, ossia coloro i quali non abbiano rimediato al loro stato di peccato grave e notorio. Infatti condicio sine qua non per l'assoluzione e per essere riammessi alla Comunione è di riparare al male commesso e di dare a vedere di astenersene in avvenire. Senza il rispetto di tali condizioni non c'è scampo, il matrimonio sacramento essendo indissolubile.
  Si badi che prescindo dalla validità dei sacramenti conferiti, ed esamino il documento per incrementare le prove di infrazione dei dogmi, sinora commessa.
  Nell'Introduzione: "Papa Francesco ha descritto l'esperienza sinodale, indicandone i compiti nel duplice ascolto dei segni di Dio e della storia degli uomini e nella duplice e unica fedeltà che ne consegue".
  L'ambiguità pende dalla parte di un'ispirazione soprannaturale eterodossa, modernista, e di un'apertura allo storicismo, con dimenticanza del dato fondamentale, dogmatico.
  L'azione del sinodo "parte dall'ascolto delle sfide sulla famiglia". Poiché in tali "sfide" è di certo compreso il fenomeno dei peccatori che, restando in peccato mortale, aspirano ai sacramenti, il termine "sfida" è quanto mai improprio e prepara la deviazione.
  "Si vuole riconoscere alla stabilità di una coppia istituita indipendentemente dalla differenza sessuale la stessa titolarità della relazione matrimoniale legata ai ruoli paterno e materno. La confusione non aiuta a definire la specificità sociale di tali unioni".
  Il documento avrà modo di ripetere che il matrimonio è quello di uomo e donna. Ma ciò non basta, anzi viene scavalcato parlando di "confusione" e di "specificità sociale di unioni" omosessuali. Il fatto compiuto di un riconoscimento sociale o legale, appare insormontabile: non è un'unione riconosciuta dalla chiesa, tuttavia essa ne prende atto e cerca soluzioni. Il tradimento del Vangelo è perpetrato. L'inequivocabile condanna divina, riscontrabile nella Scrittura, subisce un accantonamento per la confusione di tutti, credenti ed altri. E questa sarebbe la base d'un programma pastorale!
  "È certamente necessario un migliore approfondimento umano o culturale [...] della differenza sessuale, nella consapevolezza che 'La rimozione della differenza [...] è il problema [sic!] non la soluzione (Francesco, Udienza generale, 15 aprile 2015)".
  Definire "la rimozione della differenza" un "problema" senza chiarimento, senza biasimo inequivocabile, significa un abbandono fellone della verità.
  Accuso un'altra omissione, aggravata dal considerare invariabilmente l'uguaglianza dei coniugi: il marito è il capo della moglie e quindi unico capofamiglia. Ma il prendere dai Testamenti ciò che fa comodo e tralasciare ciò che è scomodo, oppure applicarvi dei sofismi, rientra nella consueta esegesi di questa genia di interpreti.
  Più oltre si conferma: "La differenza tra uomo e donna non è [...] per la subordinazione".
  "Può contribuire al riconoscimento del ruolo della donna una maggiore valorizzazione della loro responsabilità nella Chiesa: il loro intervento nei processi decisionali [...] il loro coinvolgimento alla formazione dei ministri ordinati".
  Ecco aperta un'altra breccia nell'ortodossia. Il principio dell'uguaglianza porta lontano... Il "coinvolgimento" della donna nella "formazione" dei sacerdoti vedrà repliche, senza le debite limitazioni.
  "Rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione": "La vita umana e la genitorialità sono diventate realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli e di coppie, non necessariamente eterosessuali e regolarmente coniugate. Questo fenomeno si è presentato negli ultimi tempi come una novità assoluta nella dinamica delle relazioni, nella struttura della vita sociale e negli ordinamenti giuridici, che intervengono per tentare di regolamentare pratiche già in atto e situazioni differenziate. In questo contesto la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. Occorre muovere dalla convinzione che l'uomo viene da Dio  e che, pertanto una riflessione capace di riproporre le grandi domande sul significati di esseri umani, possa trovare un terreno fertile nelle attese più profonde dell'umanità".
  La diserzione si ripete: nessuna avvertenza sulle infrazioni della legge naturale e sul peccato mortale, connessi alla cosiddetta "procreazione assistita"; nessuna denuncia del peccato contro natura, del concubinato [concetto rimosso affatto], dell'adulterio [parola obliterata]. Per altro, si accredita l'eresia pelagiana supponendo che un semplice richiamo a Dio creatore dell'uomo possa suscitare in chiunque, nell'"umanità", il senso della giustizia e il suo adempimento.
  Infatti: "Occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche in chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Il messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e la dinamica della misericordia e della verità, che in Cristo convergono".
  La descritta condotta dell'opera apostolica o pastorale è eterodossa, eliminando il dovere di ammonire (opera di misericordia spirituale) ed eventualmente di censurare: due compiti della Chiesa mai abrogabili. Nel Nuovo Testamento San Giovanni e San Paolo li espongono a chiare lettere.
  "La categoria dei lontani non va intesa come una realtà di esclusi o di allontanati [ci si può escludere da sé, p.e. con il peccato contro lo Spirito Santo, e non sono da scomunicare soltanto i lefebvriani!]: si tratta di persone amate da Dio e che stanno a cuore dell'agire pastorale della Chiesa [non con questo procedimento!]. Si deve acquisire verso tutti uno sguardo di comprensione..."
  Nel Corpo Mistico vanno mantenute le mele marce al pari degli membri osservanti! Cassata l'ammonizione, cassata la disciplina e la condanna. E questa sarebbe la Chiesa?
  "Gesù ha guardato alle donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i loro passi con verità, pazienza e misericordia, nell'annunciare le esigenze del Regno di Dio".
  Comincia la serie delle falsità relative a Cristo e alla Scrittura. Gesù ammonì l'adultera, condannò intere città refrattarie, Gerusalemme, farisei, sacerdoti, scribi, rovesciò le tavole dei profanatori, ecc.
  "L'ordine della creazione evolve in quello della redenzione attraverso tappe successive".
  La tappa dell'avvento del Redentore è incomparabile!
  Perciò i cristiani "debbono seguire attentamente la trasformazione profonda che si verifica in mezzo ai popoli (AG, 11)"
  Patente errore dello storicismo! Non occorrono chiarimenti.
  "Le proprietà naturali del matrimonio sono ricche e molteplici".
  Viene introdotta la solita storia eretica degli elementi utili alla salvezza situati nelle varie condizioni di perdizione.
  "Il carattere unitivo [del matrimonio], frutto di un libero consenso [...] predispone all'attuazione di quello procreativo". Ciò, si dice, è evidenziato da alcuni Padri sinodali. Essi trascurano il primo fine del coniugio, del resto posposto già dal Concilio e anche qui in seguito. Ed è doverosa la "procreazione responsabile". Che, in tempi normali della Madre e Maestra, fu oggetto di puntuali richiami - ora omessi - per evitare il peccato mortale.
  "Il Vangelo della famiglia attraversa la storia del mondo sin dalla creazione dell'uomo ad immagine e somiglianza di Dio, fino al compimento del mistero dell'Alleanza in Cristo alla fine dei secoli con le nozze dell'Agnello (Ap. 19, 9)".
  Improprietà, oscura ambivalenza contribuiscono all'errore spacciato per verità.
  La G.S. conciliare ha messo l'amore al centro della famiglia e del matrimonio.
  "Gli sposi [avendo le virtù teologali] sono come consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di Cristo e costituiscono una Chiesa domestica (cf. LG, 11), così che la Chiesa per comprendere pienamente il suo mistero, guarda alla famiglia cristiana, che lo manifesta in modo genuino".
  Gli inviti all'errore, anche per mezzo di ambiguità, sono molteplici. La Chiesa domestica o familiare nominata da San Paolo, è il luogo corrispondente al tempio cristiano, poi edificato, e non una comunità laica priva di sacerdote. Chiamare "Chiesa" una compagine familiare edificante, comporta un'eresia: equiparazione dei laici al clero (ordinati, consacrati), e reca un'insinuazione eretica: i laici perfetti, nel sacramento del matrimonio, rappresentano la Chiesa tanto da farle penetrare il proprio mistero.
  Riaffermazione di un concetto acattolico:
  "Dimensione missionaria della famiglia Chiesa domestica". "Vivere la comunione familiare è una forma di annuncio missionario". Essa è "soggetto dell'azione pastorale" per mezzo della testimonianza d'alcune opere.
  Abbiamo l'abuso della parola "missionario-a" poiché la missione appartiene soltanto agli Apostoli , ai loro successori e membri subordinati della gerarchia. Lo stesso apostolato dei laici deve essere regolamentato (Azione Cattolica) e subordinato. Così l'"azione pastorale" spetta ai pastori e non ad altri.
  Si riprende l'idea d'una missione mutilata della completa predicazione convertitrice, una missione ridotta a semplice comportamento edificante
  Appare evidente la spinta, col pretesto della fittizia chiesa familiare, all'eretica estensione della figura di popolo di Dio, accomunante tutti i credenti in un'unica funzione sacerdotale.
  Seguono vari richiami all'amore-carità. Ma esso diventa una parodia della carità, essendo destituito di fondamenti dogmatici, di veri articoli di fede, agendo nel fallo adonestato dal neomodernismo.
  Sin d'ora possiamo definire questa istruzione dottrinale, pastorale, pedagogica, un'erronea concessione al peccato.
  "Il Concilio Vaticano II ha voluto esprimere apprezzamento per il matrimonio naturale e per gli altri elementi validi presenti nelle altre religioni e nelle culture, nonostante i limiti e le insufficienze. La presenza di semina Verbi nelle culture potrebbe essere applicata, per alcuni versi, anche alla realtà matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane. Ci sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano [...] che in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con uno sguardo alla saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce anche questa famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della convivenza umana".
  La sciocchezza or ora manifestata sarebbe esilarante, se non fosse un'offesa recata a Dio.
 "I limiti e le insufficienze" di culture e matrimoni estranee a quella cattolica, contengono errori, iniquità, empietà affatto pregiudizievoli. Altrimenti il mondo non sarebbe il mondo. Sicché risulta falso supporre che gli "elementi validi" orientino al "matrimonio cristiano". Viceversa, essi restano impediti. Non solo la storia lo attesta ampiamente, ma, se fosse altrimenti, la missione evangelizzatrice non avrebbe ragione di essere (e di fatto essa è stata abolita): basterebbe il faro immobile della Chiesa (tuttavia, che non si fosse adulterata!). In sostanza, questo stravolgimento del Vangelo è stato consumato dal Concilio e sempre dopo di esso.
  Ci sono navi piene di falle nello scafo, certune con qualche squarcio otturato. Tutte queste destinare ad affondare. Ma io, dalla mia barca disastrata, vedo in esse un segno di salvezza e mando loro un cenno rassicurante e lascio a marcire nella stiva un cumulo di materiale prezioso,  utile a me e a coloro che faranno naufragio!
  Prosegue un caterva di luoghi comuni, di buoni intenti ripetuti, di visioni melate: a coprire o abbellire i venefici sviamenti.
  Matrimoni misti - Laviamocene le mani: Le problematiche relative ai matrimoni misti sono ritornate sovente negli interventi dei Padri sinodali. La diversità della disciplina matrimoniale delle Chiese ortodosse pone in alcuni contesti problemi sui quali è necessario riflettere in ambito ecumenico. Analogamente per i matrimoni interreligiosi sarà importante il contributo del dialogo con le religioni.
   "A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell'amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute (EG, 44)".
  Riaffermazione che la grazia comune o attuale, può essere salvifica per chiunque. Ai pastori non spetterebbe che mostrare comprensione e misericordia; di ciò si compone l'"adeguata cura pastorale". Messa da parte la legge ecclesiastica e divina, la sua applicazione: nessuno scandaloso, nessuno vitando, nessuno disubbidiente e da censurare: todos caballeros!
  "Importante è avere la coscienza di essere tutti deboli, peccatori come gli altri".
  Eccetto le famiglie modello che ispirano alla Chiesa il significato del suo mistero!
  "Accogliendo l'altro così com'è, senza giudicarlo".
  Che importa se costui non è giunto alla "comprensione dell'importanza del sacramento nuziale"? Se per questo dà scandalo in seno al gregge? Cristo e gli Apostoli gli porrebbero un aut aut, giudicandolo, e, stante la sua sordità, lo accompagnerebbero fuori, come accompagnerebbero fuori anche i propugnatori di questa anomala dottrina, i quali non ignorano l'opposizione dei difensori dell'ortodossia.
  L'eresia principale emergente dal contesto dice che l'uomo non può essere pericoloso in senso morale e per la fede, non sarà uno strumento del demonio; contemporaneamente dice che l'uomo, con la sola grazia comune, possiede la capacità di respingere le seduzioni diaboliche; insomma dice che la Chiesa è solo un di più per la vita morale ed eterna, all'incirca come qualsiasi organizzazione assistenziale o umanitaria; basta che essa rimetta a Dio le faccende che le competono.
  "In ordine ad un approccio pastorale verso [...] divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, compete alla Chiesa rivelare loro la divina pedagogia della grazia nelle loro vite [dunque occorre insegnare che vogliano aderire alla guida della grazia; infatti l'esposizione della Legge di Dio urterebbe la loro suscettibilità!] e aiutarle a raggiungere la pienezza [torna adombrata la parziale giustizia già posseduta dai trasgressori, non rovinata dalla trasgressione] del piano di Dio in loro. Seguendo lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cf. Gv. 1, 9; GS, 22) [Il colmo dell'improntitudine! L'Evangelista dichiara che il mondo non ha accolto la luce di Cristo anche alla sua venuta, anche lui presente, e dichiara che solo aderendo alla fede si diventa figli di Dio],  la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio di compiere il bene, per prendersi cura con amore l'uno dell'altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano".
  Da notare la distruzione della Grazia santificante: confusa con la grazia comune, resa efficace! Scempio della dottrina dogmatica della grazia. Non si può compiere il bene sufficientemente, senza essere in Grazia di Dio; e non lo sono i trasgressori del sesto comandamento.
  "La comunità cristiana si mostri accogliente nei confronti delle coppie che si trovano in difficoltà, anche attraverso la prossimità di famiglie che vivono il matrimonio cristiano".
  Di nuovo, i trasgressori sarebbero innocui, e i tradizionali ordinamenti ecclesiastici roba di insensati cattivoni.


Piero Nicola

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