venerdì 19 giugno 2015

Aldo Gastaldi "BISAGNO" in un film-documentario di Marco Gandolfo (di Luigi Bruno Torre)

Genova, via Garibaldi 9, Palazzo Tursi, ore 18 del 17 giugno, memoria di quel San Ranieri di Pisa che da invincibile guerriero verso se stesso, ragazzo ventenne, pare davvero aver preceduto, in alcune stesse virtù, il ventenne genovese qui oggi giusto protagonista.
La brezza abbacinata dai pomeridiani raggi, mentre persone di vario censo e provenienza anche foresta salgono dal simmetrico cortile del nobile ed elegantemente austero Palazzo, rende unica l’atmosfera, insolita, che si respira. Dietro un tutt’altro che simmetrico trattamento, durato 70 anni, della Superba verso uno dei suoi migliori figli, oggi si avverte infatti duplice catarsi, della storia e di questa vigliaccamente garibaldina città.
Aldo Gastaldi, “Bisagno”, eroe genovese-ligure e Primo partigiano d’Italia, approda finalmente, dal molo principale, al Porto della libertà e della verità.
Una serena, variegata folla continua a salire, e mentre il salone di rappresentanza si gremisce, si vede stagliato l’ampio schermo sul quale, tra qualche minuto, verrà proiettato il quasi artigianale ma prezioso e splendido film-documentario “BISAGNO” dell’ottimo chiavarino ed internazionale Marco Gandolfo. Giovane regista di talento e di fede, che ha compiuto un’opera viva, con la ineguagliabile collaborazione del nipote omonimo di “Bisagno”, Aldo Gastaldi, qui presente e lanciato, pur in edificante pazienza ed esemplare umiltà, nella preziosa avventura.
Il film-documentario, eccellente report storico, non è dei consueti, e lo si nota subito, e d’altronde fa immediatamente riflettere il veder lo schermo coprire quasi ad oscurare, almeno per un paio d’ore, il gonfalone di Genova, forse minima e giusta punizione, questa, per la un po’ troppo grave vigliaccata di cui essa è stata capace e recidiva, contro questo suo nobile figlio, eroe più che civile, morale.
Scorre il film-documentario, per una buona oretta, nel silenzio religioso e civile, e più di una lacrima e rimpianti scendono e si materializzano in tanti; d’altronde vedendoli plasticamente apparire, anzi materializzare, sui volti degli efficacissimi e genuini testimoni di Bisagno, elementi di catartica topicità, rigore ed assolutezza forse non soliti nelle comparse altrimenti frequentanti questo salone …
Il valido storico, sceso dall’Università Cattolica di Milano meritevole prima ospite del film-documentario, è sì puntuale ed obiettivo, ma non infierisce sulla matrigna Genova ed i genovesi. Ancor meno lo fa la brillante giornalista, che ha il merito di via via lasciar bene usufruire di qualche minuto non solo il docente stesso, poi il regista Gandolfo ed infine il formidabile nipote omonimo di “Bisagno”, ma anche un paio di fruitori liguri, il cui plauso ma giusto disagio per il settantennale sonno genovese, sono colti e non disdegnati.
Grandissima figura, come si sapeva ed andrebbe saputo ben di più, quella di “Bisagno”, ventenne maturo e maestro, comandante di migliaia di uomini dai quali ottenne designazione, stima, autorevolezza e sequela per i soli puri suoi meriti, talenti e virtù; virtù umanissime ma quasi superiori al mondo, non certo nel senso di superomismo ma al contrario di quell’umanità redenta, quell’umanità che si spende senza tema per gli altri, essendo qui nel mondo, anzi sulle alte ed aspre colline retrogenovesi, ma alla fine e certamente non essendo di questo mondo
Virtù di coraggio, prudenza, intelletto, temperanza, fortezza, pietà, timor di Dio, … cosa mancava o manca? Evidentemente lo Spirito Santo ha allungato la sua Mano su questo ragazzo nato nella corona di Genova nel 1921 e morto nella più ampia corona italiana nel 1945 in circostanze che definire menzognero-maligne è dire solo il giusto ed il vero.
Accorato, fermissimo difensore dei deboli e della vita degli altri uomini - fossero partigiani ragazzi, contadini, donne, anziani, soldati con diversa casacca - come noto e va rivisto mortificava se stesso a beneficio di tutti i suoi uomini dal primo all’ultimo, considerati figli e fratelli, con il continuo tener per sé i turni di guardia più duri, le postazioni più rischiose, i pernottamenti più gelidi, le consolazioni più minime, i riposi più angosciati, gli autoammonimenti più severi.
Possibile, dunque, che Genova abbia così vigliaccamente dimenticato –  si dovrebbe dire oscurato, censurato, dannato – Aldo Gastaldi “Bisagno”, quando grazie a lui questa ex Superba ha visto uno sprazzo di luce, ed una piccola discesa delle sette Virtù, in un periodo tremendo e pericoloso ?
E saprà tornare giusta e gloriosa? Vorrà aprire il suo porto alla giustizia, alla libertà, alla verità tenuta quale primaria bussola, anche nel buio dei crinali, delle valli umide e dei boschi, da “Bisagno” …?
Oggi va detto un grazie, un grazie davvero di cuore a questi due giovani liguri, Aldo Gastaldi esemplare nipote e competente artista Marco Gandolfo, e grazie anche e soprattutto per aver detto di essere “solo all’inizio” di questa preziosa avventura, che era ed è Vostra ma non sarà più Vostra soltanto, ma di Genova, della Liguria, dell’Italia !
L’avventura di Aldo Gastaldi “Bisagno”, che finalmente risorge, si mostra e riparte da questo splendido film-documentario, da sola può risucire a sollevare e ri-edificare almeno parte delle sorti di questa nostra irriconoscente, sorniona e sospettosa, ma anche decadente e lugubre, città.
Ancora serenamente impressionati sia dal fragoroso e lunghissimo applauso, a fine proiezione, sia da quello in epilogo dell’evento alle ore 20 suonate, ci domandiamo se sarà - e quanto .. - grata, questa Genova, alla famiglia ed al nipote di “Bisagno” ed al regista di quest’opera, che la rendono oggi ben più illustre.
E se verranno, e quanto, d’ora in poi, riscoperte, studiate, approfondite, proposte, rievocate, seguite e messe in pratica, anche in tempo di cosiddetta “pace” e di sedicente democrazia”, le virtù di Aldo Gastaldi “Bisagno”, iniziando dalla puntuale, completa, “scoperchiata” e per nulla politicamente corretta ricostruzione delle sue gesta e della sua vicenda …?


Luigi Bruno Torre

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