venerdì 15 maggio 2015

Cesare Sangermano: Eroe con la camicia nera

Carissimo e stimatissimo Piero,
da tempo mi batto per far titolare una via o una scuola genovese a Cesare Sangermano. Era un milite diciannovenne della RSI ferito a
morte durante un attacco partigiano al posto di blocco della Doria l'8 febbraio 1945. Ricoverato all'Ospedale San Martino vi decedeva il giorno successivo. Prima  di morire chiese ed ottenne dallo zio Luigi Sangermano, Commissario di Governo della RSI per la Liguria, che  fosse  salvata la vita ad un partigiano pure diciannovenne ferito e catturato nello stesso scontro e che era ricoverato vicino a lui.
Un atto di così grande generosità e nobiltà rimanda a comportamenti analoghi di santi martiri e dello stesso Gesù Cristo che muore gridando: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno".
In qualsiasi Paese civile una figura così esemplare come quella di Cesare sarebbe motivo di memoria pubblica, di vanto e di venerazione al di là delle appartenenze. Da  noi la stucchevole  e sempre più claudicante memorialistica antifascista e resistenziale non consente, neanche a distanza di settanta anni, di ricordare un purissimo Eroe anche se con la camicia nera.
Non oso immaginare di quali apologie, retoriche, fiumi  di inchiostro e servizi televisivi sarebbe stato omaggiato un Sangermano dal fazzoletto rosso. A Genova c'è ancora chi vorrebbe titolare una piazza a Carlo Giuliani il dimostrante del G8 che scagliava l'estintore contro un carabiniere.
Non ci si vergogna di via Palmiro Togliatti complice delle criminali purghe staliniane e c'è una via Emanuele Strasserra caduto sì per la libertà, come  recita la targa, ma assassinato dai partigiani comunisti di Moranino come andrebbe specificato.
Continuano, invece, i niet alla titolazione di una via alla Medaglia d' Oro al Valore Militare Luigi Ferraro ed alla sua doverosa tumulazione nel Pantheon dei genovesi illustri ed a Fabrizio Quattrocchi altro nobilissimo Eroe italiano.
Del resto in un Paese di maramaldi, camaleonti, corrotti,vili e quaquaraquà non c'è da aspettarsi altro.
Chi la dura la vince dice il noto adagio:  mi appello, dunque, ai tanti buoni Italiani che ancora ci sono per sostenere la richiesta di titolare una via a Cesare Sangermano  ed agli altri eroici genovesi dimenticati dalla Genova ufficiale. Ce la faremo e da quel giorno sarà davvero possibile cominciare a costruire un futuro migliore.
Un abbraccio.
Gianni Plinio

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