domenica 22 febbraio 2015

QUESTA NOSTRA RELIGIONE E LA SOCIETÀ (di Piero Nicola)

  Ci si chiede quale sia l'azione feconda che i cattolici odierni possano svolgere nella vita civile, quale il loro apporto costruttivo nella società. Ebbene esso è nullo, anzi negativo.
  La religione cattolica risulta viziata da gravi errori permanenti, sicché essa è diventata inservibile agli effetti del rimedio da apportare alla crisi etica da cui il mondo è affetto e reso folle agonizzante.
  L'apparato che rappresenterebbe la Chiesa ha assimilato nella sua dottrina certi principi del secolo. Primo fra tutti quello per cui la Chiesa non è la sola custode della Verità e della via di salvezza. Infatti si è acconsentito che le diverse religioni o filosofie possano, pur con alcuni difetti, servire agli uomini per fare il bene necessario ed anche condurre al fausto destino ultramondano.
  Che questa affermazione sia eretica non ci vorrebbe molto a dimostrarlo con dogmi inconcussi; dunque lo diamo per acquisito.
  Altre lesioni della Verità e della Legge di Dio si connettono alla precedente: l'aver stabilito il diritto a corrompere le coscienze e le anime con false dottrine; l'eliminazione della condanna di tali dottrine o eresie (sempre accusate dalla Chiesa come peste per le anime); il dialogo ecumenico o amicizia con eretici e infedeli; il laicismo consistente nella separazione degli stati dalla Chiesa e la rinuncia di quest'ultima a proclamare illegittime le leggi inique ed empie; il non essere generalmente necessari il Battesimo e l'ingresso nella Chiesa (errore del pelagianesimo, implicitamente affermato ponendosi una facoltà di trovare Dio, della quale tutti disporrebbero), ecc.
  Inoltre, ultimamente, sulla scia di tutto questo si è introdotta l'ammissione del dubbio profanatore: circa l'indissolubilità del matrimonio, la Comunione da conferire ai divorziati risposati e ad altri pubblici peccatori, ecc.
  È inevitabile che questo complesso di gravi deviazioni dogmatiche comporti una grave immoralità, sia della parola sia dell'esempio. Ne deriva l'inettitudine dei credenti consenzienti al nuovo magistero a influire positivamente sulle legislazioni e sui governi.
  La Religione si compone di Verità e di una Legge ad essa attinente. Corrotte la prima e la seconda, il credo, l'insegnamento, non sono più cattolici e sono uno strumento guasto.
  Non si tratta di semplice rilassatezza dei fedeli o del cero, di incapacità di reagire in presenza del male, essi risultano, in radice, inabili a contrastarlo. Non è indulgenza buonista o mero travisamento della carità, debole fiducia nell'umana bontà o prudenza eccessiva. Convinzioni errate, fissate da una dottrina eretica si trasmettono via via in modo irreparabile.
  La stessa tolleranza delle infrazioni agli ancora riconosciuti articoli del Decalogo o della Legge ecclesiastica, l'inammissibile silenzio di fronte a proposizioni tuttora censurabili profferite da membri della gerarchia o del laicato, sono diretta conseguenza degli errori suddetti e della relativa prassi consolidata: Oggi la Sposa di Cristo preferisce far uso della misericordia piuttosto che della severità (Giovanni XXIII) e Chi sono io per condannare i pubblici peccatori? (Bergoglio),
  Se i peccati mortali non richiedono più l'indispensabile assoluzione conseguita al confessionale, se la grazia comune è sufficiente insieme all'ausilio della coscienza (che ognuno sarebbe capace di rendere sana), se della Grazia santificante, di regola ottenuta soltanto con i Sacramenti, si può fare a meno, come si deduce dal suddetto errore del diritto alla libertà religiosa e da quello della salutare efficacia delle false religioni e della libera ricerca di Dio, se la morale della situazione e il relativismo morale (lasciati in pace) ne ricevono avvallo, di quale etica cattolica da trasmettere alla comunità andiamo ancora cianciando?
  L'evidenza ci insegna che promuovere la bontà, predicare un'onestà sostenuta da alcune rovine della Legge, non solo è inutile, è un vero e proprio tradimento del Vangelo.


Piero Nicola 

Nessun commento:

Posta un commento